MESSA  IN  COENA  DOMINI

secondo il Rito Ambrosiano

 

 

 

Nella cena del Signore la Messa è celebrata tra i Vespri, come nel Messale:

 

 

INIZIO DEI VESPRI

Il sacerdote, alla sede, saluta il popolo:

Il Signore sia con voi.

Il popolo risponde:

E con il tuo spirito.

 

 

Presentato brevemente il senso della celebrazione, si canta il lucernario, durante il quale si accendono le candele e le luci della chiesa, e si incensa l'altare.

 

LUCERNARIO

O Dio, tu sei la mia luce;

Dio mio, rischiara le mie tenebre.

 

Per te sarò liberato dal male;

Dio mio, rischiara le me tenebre.

 

O Dio, tu sei la mia luce;

Dio mio, rischiara le mie tenebre.

 

 

INNO

Sciogliamo a Cristo un cantico,

che venne per redimere

nel sangue suo purissimo

l'umanità colpevole.

 

Segue la notte al vespero,

notte di sangue gravida:

Gesù sopporta il perfido

bacio che morte provoca.

 

Vile bagliore argenteo

vinse il fulgor dei secoli;

Giuda, mercante pessimo,

vende il sole alle tenebre.

 

Grida la turba immemore,

Gesù vuol crocifiggere:

la Vita, stolti, uccidono

che i morti fa risorgere.

 

Onore, lode, gloria

al Padre, all'Unigenito,

a te, divino Spirito,

negli infiniti secoli. Amen.

 

 

RESPONSORIO

Mt 26, 31. 40. 46

Questa stessa notte

voi tutti resterete scandalizzati per causa mia.

Infatti sta scritto: "Ucciderò il pastore,

e le pecore del gregge saranno disperse".

 

Così non avete trovato la forza

di stare svegli un'ora con me,

voi che vi esortavate a vicenda

a morire con me?

Ma Giuda vedete come non dorme

e si affretta a consegnarmi ai Giudei.

Alzatevi, andiamo. Ormai l'ora è venuta.

Infatti sta scritto: "Ucciderò il pastore,

e le pecore del gregge saranno disperse".

 

 

Il sacerdote recita una tra queste orazioni.

 

ORAZIONE

Preghiamo.

O Dio giusto e buono, ricordando il castigo che Giuda trovò nel suo delitto e il premio che il ladro ricevette per la sua fede, ti imploriamo che arrivi fino a noi l'efficacia della tua riconciliazione, e come a quelli fu data, nella passione redentrice, la ricompensa secondo la disposizione del loro cuore, così a noi, liberati dall'antica colpa, sia concessa la grazia della beata risurrezione con Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

oppure:

 

Preghiamo.

Ci hai convocato, o Padre, a celebrare la santa cena nella quale il tuo unico Figlio, consegnandosi alla morte, affidò alla Chiesa come convito  del suo amore il nuovo ed eterno sacrificio; concedi che dalla celebrazione di così grande mistero attingiamo pienezza di carità e di vita. Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell'unità dello Spirito santo, per tutti i secoli dei secoli.

 

 

PRIMA LETTURA

Gn 1, 1-6; 2, 1-2. 11; 3, 1-5. 10; 4, 1-11

Dal libro del profeta Giona.

 

In quei giorni, fu rivolta a Giona figlio di Amittai questa parola del Signore: "Alzati, va' a Ninive la grande città e in essa proclama che la loro malizia è salita fino a me". Giona però si mise in cammino per fuggire a Tarsis, lontano dal Signore. Scese a Giaffa, dove trovò una nave diretta a Tarsis. Pagato il prezzo del trasporto, s'imbarcò con loro per Tarsis, lontano dal Signore. Ma il Signore scatenò sul mare un forte vento e ne venne in mare una tempesta tale che la nave stava per sfasciarsi. I marinai impauriti invocavano ciascuno il proprio dio e gettarono a mare quanto avevano sulla nave per alleggerirla. Intanto Giona, sceso nel luogo più riposto della nave, si era coricato e dormiva profondamente. Gli si avvicinò il capo dell'equipaggio e gli disse: "Che cos'hai così addormentato? Alzati, invoca il tuo Dio! Forse Dio si darà pensiero di noi e non periremo". Quindi dissero fra di loro: "Venite, gettiamo le sorti per sapere per colpa di chi ci è capitata questa sciagura". Tirarono a sorte e la sorte cadde su Giona. Gli domandarono: "Spiegaci dunque per causa di chi abbiamo questa sciagura. Qual è il tuo mestiere? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? A quale popolo appartieni?". Egli rispose: "Sono Ebreo e venero il Signore Dio del cielo, il quale ha fatto il mare e la terra". Quegli uomini furono presi da grande timore e gli domandarono: "Che cosa hai fatto?". Quegli uomini infatti erano venuti a sapere che egli fuggiva il Signore, perché lo aveva loro raccontato. Essi gli dissero: "Che cosa dobbiamo fare di te perché si calmi il mare, che è contro di noi?". Infatti il mare infuriava sempre più. Egli disse loro: "Prendetemi e gettatemi in mare e si calmerà il mare che ora è contro di voi, perché io so che questa grande tempesta vi ha colto per causa mia". Quegli uomini cercavano a forza di remi di raggiungere la spiaggia, ma non ci riuscivano perché il mare andava sempre più crescendo contro di loro. Allora implorarono il Signore e dissero: "Signore, fa' che noi non periamo a causa della vita di questo uomo e non imputarci il sangue innocente poiché tu, Signore, agisci secondo il tuo volere". Presero Giona e lo gettarono in mare e il mare placò la sua furia. Quegli uomini ebbero un grande timore del Signore, offrirono sacrifici al Signore e fecero voti. Ma il Signore dispose che un grosso pesce inghiottisse Giona; Giona restò nel ventre del pesce tre giorni e tre notti. Dal ventre del pesce Giona pregò il Signore suo Dio E il Signore comandò al pesce ed esso rigettò Giona sull'asciutto. Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: "Alzati, va' a Ninive la grande città e annunzia loro quanto ti dirò". Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: "Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta". I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. Ma Giona ne provò grande dispiacere e ne fu indispettito. Pregò il Signore: "Signore, non era forse questo che dicevo quand'ero nel mio paese? Per ciò mi affrettai a fuggire a Tarsis; perché so che tu sei un Dio misericordioso e clemente, longanime, di grande amore e che ti lasci impietosire riguardo al male minacciato. Or dunque, Signore, toglimi la vita, perché meglio è per me morire che vivere!". Ma il Signore gli rispose: "Ti sembra giusto essere sdegnato così?". Giona allora uscì dalla città e sostò a oriente di essa. Si fece lì un riparo di frasche e vi si mise all'ombra in attesa di vedere ciò che sarebbe avvenuto nella città. Allora il Signore Dio fece crescere una pianta di ricino al di sopra di Giona per fare ombra sulla sua testa e liberarlo dal suo male. Giona provò una grande gioia per quel ricino. Ma il giorno dopo, allo spuntar dell'alba, Dio mandò un verme a rodere il ricino e questo si seccò. Quando il sole si fu alzato, Dio fece soffiare un vento d'oriente, afoso. Il sole colpì la testa di Giona, che si sentì venir meno e chiese di morire, dicendo: "Meglio per me morire che vivere". Dio disse a Giona: "Ti sembra giusto essere così sdegnato per una pianta di ricino?". Egli rispose: "Sì, è giusto; ne sono sdegnato al punto da invocare la morte!". Ma il Signore gli rispose: "Tu ti dai pena per quella pianta di ricino per cui non hai fatto nessuna fatica e che tu non hai fatto spuntare, che in una notte è cresciuta e in una notte è perita: e io non dovrei aver pietà di Ninive, quella grande città, nella quale sono più di centoventimila persone, che non sanno distinguere fra la mano destra e la sinistra, e una grande quantità di animali?"

 

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio.

 

 

SALMELLO

Mc 14, 38. 41-42

Vegliate e pregate, per non entrare nella tentazione, perché il Figlio dell'Uomo sta per essere consegnato nelle mani dei peccatori!

Alzatevi, andiamo: è qui colui che mi consegnerà nelle mani dei peccatori.

 

 

SECONDA LETTURA

1 Cor 11, 20,34

Dalla I Lettera di San Paolo Apostolo ai Corinzi.

 

Fratelli, quando dunque vi radunate insieme, il vostro non è più un mangiare la cena del Signore. Ciascuno infatti, quando partecipa alla cena, prende prima il proprio pasto e così uno ha fame, l'altro è ubriaco. Non avete forse le vostre case per mangiare e per bere? O volete gettare il disprezzo sulla chiesa di Dio e far vergognare chi non ha niente? Che devo dirvi? Lodarvi? In questo non vi lodo! Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. É per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti. Se però ci esaminassimo attentamente da noi stessi, non saremmo giudicati; quando poi siamo giudicati dal Signore, veniamo ammoniti per non esser condannati insieme con questo mondo. Perciò, fratelli miei, quando vi radunate per la cena, aspettatevi gli uni gli altri. E se qualcuno ha fame, mangi a casa, perché non vi raduniate a vostra condanna. Quanto alle altre cose, le sistemerò alla mia venuta.

 

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio.

 

 

CANTO AL VANGELO

Lc 22, 52-53. 47-48

"Siamo venuti a prendermi armati di spade come fossi un ladro!

Ogni giorno ero in mezzo a voi ad insegnare, e non mi avete arrestato!

Adesso mi consegnate perché sia crocifisso!".

Mentre ancora stava parlando, ecco arrivare la folla ed anche l'apostolo di nome Giuda si avvicinò a Gesù per dargli un bacio.

"Giuda, Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo, perché sia crocifisso!".

 

 

VANGELO

Mt 26, 17-75

Passione del Signore nostro Gesù Cristo secondo Matteo.

Gloria a te, o Signore.

 

Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: "Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?". Ed egli rispose: "Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli". I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: "In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà". Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: "Sono forse io, Signore?". Ed egli rispose: "Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!". Giuda, il traditore, disse: "Rabbì, sono forse io?". Gli rispose: "Tu l'hai detto". Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e mangiate; questo è il mio corpo". Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: "Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio". E dopo aver cantato l'inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: "Voi tutti vi scandalizzerete per causa mia in questa notte. Sta scritto infatti: Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge, ma dopo la mia risurrezione, vi precederò in Galilea". E Pietro gli disse: "Anche se tutti si scandalizzassero di te, io non mi scandalizzerò mai". Gli disse Gesù: "In verità ti dico: questa notte stessa, prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E Pietro gli rispose: "Anche se dovessi morire con te, non ti rinnegherò". Lo stesso dissero tutti gli altri discepoli. Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: "Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare". E presi con sé Pietro e i due figli di Zebedèo, cominciò a provare tristezza e angoscia. Disse loro: "La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me". E avanzatosi un poco, si prostrò con la faccia a terra e pregava dicendo: "Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!". Poi tornò dai discepoli e li trovò che dormivano. E disse a Pietro: "Così non siete stati capaci di vegliare un'ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole". E di nuovo, allontanatosi, pregava dicendo: "Padre mio, se questo calice non può passare da me senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà". E tornato di nuovo trovò i suoi che dormivano, perché gli occhi loro si erano appesantiti. E lasciatili, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: "Dormite ormai e riposate! Ecco, è giunta l'ora nella quale il Figlio dell'uomo sarà consegnato in mano ai peccatori. Alzatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce si avvicina". Mentre parlava ancora, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una gran folla con spade e bastoni, mandata dai sommi sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro questo segnale dicendo: "Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!". E subito si avvicinò a Gesù e disse: "Salve, Rabbì!". E lo baciò. E Gesù gli disse: "Amico, per questo sei qui!". Allora si fecero avanti e misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: "Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada. Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?". In quello stesso momento Gesù disse alla folla: "Siete usciti come contro un brigante, con spade e bastoni, per catturarmi. Ogni giorno stavo seduto nel tempio ad insegnare, e non mi avete arrestato. Ma tutto questo è avvenuto perché si adempissero le Scritture dei profeti". Allora tutti i discepoli, abbandonatolo, fuggirono. Or quelli che avevano arrestato Gesù, lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale già si erano riuniti gli scribi e gli anziani. Pietro intanto lo aveva seguito da lontano fino al palazzo del sommo sacerdote; ed entrato anche lui, si pose a sedere tra i servi, per vedere la conclusione. I sommi sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano qualche falsa testimonianza contro Gesù, per condannarlo a morte; ma non riuscirono a trovarne alcuna, pur essendosi fatti avanti molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, che affermarono: "Costui ha dichiarato: Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni". Alzatosi il sommo sacerdote gli disse: "Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?". Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: "Ti scongiuro, per il Dio vivente, perché ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio". "Tu l'hai detto, gli rispose Gesù, anzi io vi dico: d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra di Dio, e venire sulle nubi del cielo". Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: "Ha bestemmiato! Perché abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?". E quelli risposero: "É reo di morte!". Allora gli sputarono in faccia e lo schiaffeggiarono; altri lo bastonavano, dicendo: "Indovina, Cristo! Chi è che ti ha percosso?". Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: "Anche tu eri con Gesù, il Galileo!". Ed egli negò davanti a tutti: "Non capisco che cosa tu voglia dire". Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: "Costui era con Gesù, il Nazareno". Ma egli negò di nuovo giurando: "Non conosco quell'uomo". Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: "Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!". Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: "Non conosco quell'uomo!". E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: "Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte". E uscito all'aperto, pianse amaramente.

 

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo.

 

 

DOPO IL VANGELO

Oggi, Figlio dell'Eterno, come amico al banchetto tuo stupendo tu mi accogli. Non affiderò agli indegni il tuo mistero né ti bacerò tradendo come Giuda, ma ti imploro, come il ladro sulla croce, di ricevermi, Signore, nel tuo regno.

 

 

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

Dona, o Padre di misericordia, a tutti i credenti la salvezza operata dalla passione redentrice e infrangi per il tuo amore infinito i vincoli dell'antica condanna in cui ricadiamo continuamente a motivo della fragilità umana. Per Cristo nostro Signore.

 

Non si dice il Credo.

 

 

SUI DONI

Signore santo, Dio onnipotente, ti sia gradito questo nostro sacrificio: colui che te lo offre e insegna oggi ai discepoli a rinnovarlo come suo memoriale, è lo stesso tuo Figlio Gesù Cristo, che vive e regna nei secoli dei secoli.

 

 

PREFAZIO

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

In alto i nostri cuori.

Sono rivolti al Signore.

Rendiamo grazie al Signore, nostro Dio.

E' cosa buona e giusta.

 

E' veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Padre santo, dio onnipotente ed eterno.

Il tuo unigenito Figlio, che possiede con te la natura divina, per cancellare le nostre colpe si è fatto uomo; venuto a liberarci, pur essendo il Signore è venduto a sacrilego prezzo da un servo; e colui che giudica gli angeli è trascinato davanti al tribunale di un uomo. Così strappò dalla morte coloro cui aveva dato la vita.

Per questo mistero d'amore, uniti agli angeli e ai santi eleviamo a te, o Padre, unico Dio col Figlio e con lo Spirito santo, l'inno della triplice lode:

 

Santo, Santo, Santo il Signore Dio dell'universo. I cieli e la terra sono pieni della tua gloria. Osanna nell'alto dei cieli. Benedetto colui che viene nel nome del Signore. Osanna nell'alto dei cieli.

 

 

Il sacerdote procede con la preghiera eucaristica.

 

PREGHIERA EUCARISTICA

Veramente  santo,  veramente benedetto  sei tu, o Dio; tu ci hai voluto in comunione di vita col Figlio tuo, eredi con lui del tuo regno, cittadini del cielo e compagni degli angeli, se però con serviamo con fede pura il mistero cantato dalle schiere celesti. E noi, elevati a tale dignità da poter presentare a te, per l'efficacia dello Spirito santo, il sacrificio sublime del corpo e del sangue del Signore nostro Gesù Cristo, tutto possiamo sperare dalla tua misericordia.
Per la redenzione del mondo, egli andò incontro liberamente alla passione che ricordiamo con venerazione e con amore.
E per istituire un sacrificio quale sacramento di imperitura salvezza, per primo offrì se stesso come vittima e comandò di ripresentarne l'offerta.
 

 

Istituzione e Consacrazione

In questo giorno, alla vigilia di patire per la salvezza nostra e del mondo intero, stando a mensa tra i suoi discepoli, prende il pane, e tenendolo un poco sollevato sull'altare, prosegue: egli prese il pane alza gli occhi,  e alzando gli occhi al cielo a te, Dio, Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, spezzò il pane, lo diede ai suoi discepoli e disse:


PRENDETE, E MANGIATENE TUTTI:
QUESTO È IL MIO CORPO
OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI.


Il Sacerdote presenta al popolo l'ostia consacrata, la depone sulla patena e genuflette in adorazione, tutti adorano il corpo di Cristo.

Dopo la cena, allo stesso modo, prende il calice, e tenendolo un poco sollevato sull'altare, prosegue: prese il calice alza gli occhi, e alzando gli occhi al cielo a te, Dio, Padre suo onnipotente, rese grazie con la preghiera di benedizione, lo diede ai suoi discepoli e disse:


PRENDETE, E BEVETENE TUTTI:
QUESTO È IL CALICE DEL MIO SANGUE
PER LA NUOVA ED ETERNA ALLEANZA,
VERSATO PER VOI E PER TUTTI
IN REMISSIONE DEI PECCATI.


Diede loro anche questo comando:


OGNI VOLTA CHE FARETE QUESTO
LO FARETE IN MEMORIA DI ME:
PREDICHERETE LA MIA MORTE,
ANNUNZIERETE LA MIA RISURREZIONE,
ATTENDERETE CON FIDUCIA IL MIO RITORNO
FINCHE' DI NUOVO VERRO' A VOI DAL CIELO.


Il Sacerdote presenta al popolo il calice, lo depone sul corporale e genuflette in adorazione, tutti adorano il Sangue di Cristo.

Mistero della fede.

Tu ci hai redento con la tua croce
e la tua risurrezione:
salvaci, o Salvatore del mondo.


 

Anamnesi e Offerta

Con le braccia distese in forma di croce, allo scopo di meglio significare e vivere la preghiera di Gesù che sulla croce offre al Padre la sua vita,  il sacerdote continua la preghiera eucaristica.
 

Obbedendo al divino comando, noi celebriamo, o Padre, questo mistero e, ricercando nel convito del corpo del Signore una comunione inseparabile con lui, ne annunziamo la morte.
 
 

Epiclesi

Manda a noi, o Padre onnipotente, l'unigenito tuo Figlio, tu che ce lo hai mandato con amore spontaneo prima ancora che l'uomo potesse cercarlo. Da te, che sei Dio ineffabile e immenso, lo hai generato Dio ineffabile e immenso, a te uguale. Donaci ora, quale fonte di salvezza, il suo corpo che ha sofferto per la redenzione degli uomini.
 

 

Intercessioni

Guarda propizio a questo popolo che è tuo possesso e a tutta la tua famiglia, che in comunione col nostro papa N. e col nostro vescovo N., rinnovando il mistero della passione del Signore, proclama le tue opere meravigliose e rivive i prodigi che l'hanno chiamata a libertà. Tu che ora ci raduni col vincolo di un amore sincero nell'unità della Chiesa cattolica,
serbaci per il banchetto del cielo e per la partecipazione alla tua gloria con la beata vergine Maria, con sant'Ambrogio e tutti i santi.

 

 

Dossologia finale

Con il Signore nostro Gesù Cristo, nell'unità dello Spirito santo, a te, o Padre, è l'onore, la lode, la gloria, la maestà e la potenza, ora e sempre, dall'eternità e per tutti i secoli dei secoli.
Amen.

 

 

ALLO SPEZZARE DEL PANE

1 Cor 11, 24-25

"Questo è il corpo che è dato per voi; questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue - dice il Signore -.

Ogni volta che ve ne cibate, fate questo in memoria di me".

 

 

PADRE NOSTRO

Obbedienti alla parola del Salvatore e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

 

Con le braccia allargate, insieme con il popolo si dice o canta:

 

Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

 

Oppure in canto:

 

Pater noster, qui es in caelis: santificétur nomen tuum; advéniat regnum tuum; fiat volúntas tua, sicut in caelo, et in terra.

Panem nostrum cotidiánum da nobis hódie; et dimítte nobis débita nostra, sicut et nos dimíttimus debitóribus nostris; et ne nos indúcas in tentatiónem; sed líbera nos a malo.

 

Con le braccia allargate, il sacerdote prosegue:

 

Liberaci , o Signore, da tutti i mali, concedi la pace ai nostri giorni , e con l'aiuto della tua misericordia vivremo sempre liberi dal peccato e sicuri da ogni turbamento, nella'attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

 

Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

 

Signore Gesù Cristo che hai detto ai tuoi apostoli: "Vi lascio la pace, vi do la mia pace", non guardare ai nostri peccati , ma alla fede della tua Chiesa, e donale unità e pace secondo la tua volontà. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

 

Amen.

 

Con le braccia allargate, il sacerdote prosegue:

 

La pace e la comunione del Signore nostro Gesù Cristo siano sempre con voi.

 

E con il tuo spirito.

 

 

COMUNIONE

Il sacerdote dice sottovoce:

 

La comunione con il tuo corpo e il tuo sangue, Signore Gesù Cristo, non diventi per me giudizio di condanna, ma per tua misericordia sia rimedio e difesa dell'anima e del corpo.

 

Genuflette, prende l'ostia e tenendola sollevata sulla patena rivolto, al popolo dice ad alta voce:

 

Beati gli invitati alla cena del Signore.

Ecco l'Agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo.

 

Con il popolo dice:

 

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di' soltanto una parola e io sarò salvato.

 

Il sacerdote, dopo essersi con riverenza comunicato al corpo ed al sangue di Cristo, con la patena e la pisside, si porta verso i comunicandi.

 

 

ALLA COMUNIONE

Mt 26, 38. 56; Gv 16, 32

Sono triste fino alla morte: rimanete qui e vegliate con me. Ora vedrete una folla circondarmi e voi  fuggirete, mentre andrò a immolarmi per voi.

 

 

Terminata la distribuzione della comunione, si accompagna, in processione, il Santissimo al luogo della riposizione. Intanto si canta l'inno seguente, o un altro canto adatto.

 

 

PANGE LINGUA

Pange, lingua, gloriósi
Córporis mystérium,
Sanguinísque pretiósi,
quem in mundi prétium,
fructus ventris generósi
Rex effúdit Géntium.
 

Nobis datus, nobis natus
ex intácta Vírgine,
et in mundo conversátus,
sparso verbi sémine,
sui moras incolátus
miro clausit órdine.
 

In suprémae nocte coenae
recúmbens cum frátribus,
observáta lege plene
cibis in legálibus,
cibum turbae duodénae
se dat suis mánibus.
 

Verbum caro, panem verum:
verbo carnem éfficit;
fitque sanguis Christi merum;
et si sensus déficit,
ad firmándum cor sincérum
sola fides súfficit.
 

Tantum ergo Sacraméntum
venerémur cérnui:
et antíquum documéntum
novo cedat rítui:
praestet fides suppleméntum
sénsuum deféctui.
 

Genitóri, Genitóque
laus et jubilátio,
salus, honor, virtus quoque
sit et benedícto:
procedénti ab utróque
compar sit laudátio. Amen.

 

Oppure in italiano:

 

Il mistero dell'altare
canti lieto l'animo:
il suo corpo e il suo sangue
Cristo ci comunica;
pegno certo di salvezza
offre a tutti gli uomini.

È mandato a noi dal Padre,
nasce dalla Vergine;
nella terra che l'attende
il Vangelo predica;
con noi vive, con noi soffre,
dona senza limiti.

Dai fratelli si congeda
col banchetto mistico;
e, col rito della Pasqua
che devoto celebra,
egli dona come cibo
tutto sé medesimo.

Rende il pane carne viva
benedice il calice,
muta il vino in sangue vero;
ogni attesa supera.
Ed è Cristo che l'afferma:
noi dobbiamo credergli.

La divina Eucarestia
adoriamo supplici:
Cristo fonda un'era nuova
che non ha più termine.
È la fede che ci guida
non i sensi fragili.

Lode al Padre, onore al Figlio,
ch'egli sempre genera,
sommo gaudio, eterno osanna,
esultante cantico;
gloria all'infinito Amore,
il divino Spirito. Amen.

 

 

Giunta la processione  al luogo della riposizione, il sacerdote depone la pisside nel tabernacolo, poi si inginocchia e incensa il Santissimo Sacramento, chiude il tabernacolo, o la custodia della riposizione.

 

 

CONCLUSIONE DEI VESPRI

Dopo alcuni istanti di adorazione in silenzio, il sacerdote e i ministri concludono i vespri all'altare maggiore, o all'altare stesso della riposizione.

 

 

SALMODIA

Sl 69

O Dio, vieni a salvarmi

Beato il legno del Signore, che ha crocifisso i peccati di tutti. Beata la carne del Signore, che a tutti ha procurato il nutrimento (S. Ambrogio)

 

Ant. Ascolta, il Maestro ti dice: *

"Da te voglio fare la pasqua con i miei discepoli".

 

Vieni a salvarmi, o Dio, *

vieni presto, Signore, in mio aiuto.

Siano confusi e arrossiscano *

quanti attentano alla mia vita.

 

Retrocedano e siano svergognati *

quanti vogliono la mia rovina.

Per la vergogna si volgano indietro *

quelli che mi deridono.

 

Gioia e allegrezza grande per quelli che ti cercano; +

dicano sempre: "Dio è grande" *

quelli che amano la tua salvezza.

 

Ma io sono povero e infelice, *

vieni presto, mio Dio;

tu sei mio aiuto e mio salvatore; *

Signore, non tardare.

 

Non si dice il Gloria.

 

 

Sl 133

Invito alla preghiera notturna

 

Ecco, benedite il Signore, *

voi tutti, servi del Signore;

 

voi che state nella casa del Signore *

durante le notti.

 

Alzate le mani verso il tempio *

e benedite il Signore.

 

Da Sion ti benedica il Signore,

che ha fatto cielo e terra.

 

Non si dice il Gloria.

 

 

Sl 116

Invito universale alla lode di Dio

 

Lodate il Signore, popoli tutti, *

voi tutte, nazioni, dategli gloria;

 

perché forte è il suo amore per noi *

e la fedeltà del Signore dura in eterno.

 

Gloria.

 

Ant. Ascolta, il Maestro ti dice: *

"Da te voglio fare la pasqua con i miei discepoli".

 

 

DOPO LA COMUNIONE

Concedi, o Dio nostro, a noi che nella cena del tuo Figlio unigenito abbiamo partecipato al suo corpo e ad suo sangue, di non essere coinvolti nelle tenebre del discepolo infedele, ma di riconoscere in Cristo il nostro Salvatore, che vive e regna nei secoli dei secoli.

 

 

CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo spirito.

Kyrie eleison, Kyrie eleison, Kyrie eleison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e + Spirito santo.

Amen.

Andiamo in pace.

Nel nome di Cristo.