LEGGERE  I  PADRI  OGGI

 

Un'introduzione, per superare la distanza di molti secoli

 

 

 

1. La Chiesa dei Padri: storia e mistero

 

Leggendo gli scritti dei Padri e contestualizzandoli, cercheremo di entrare in quella storia, in quel mondo, in quelle comunità in quelle vicende, in quegli usi e costumi, in quelle regioni, in quelle città e paesi, in quelle riflessioni, in quegli approfondimenti. E ascoltando il messaggio dei Padri e leggendone la testimonianza di vita, cercheremo di raccogliere la loro fede, il mistero dello Spirito che anima la Tradizione della Chiesa e la aiuta a essere fedele e continuamente fresca e viva.

Come appunto spiegava Ireneo di Lione (lezione 5):

 

La predicazione della Chiesa è solida da ogni parte, rimane sempre uguale ed è sostenuta dalla testimonianza dei profeti, dagli apostoli e da tutti i loro discepoli. [...] Dalla Chiesa abbiamo ricevuto la fede, e la custodiamo: essa per opera dello Spirito di Dio, come un deposito prezioso contenuto in un vaso di valore, ringiovanisce sempre e fa ringiovanire anche il vaso che la contiene. Alla Chiesa infatti è stato affidato il Dono di Dio, come il soffio alla creatura plasmata, affinché tutte le membra, partecipandone, siano vivificate; e in lei è stata deposta la comunione con Cristo, cioè lo Spirito Santo, caparra di incorruttibilità, conferma della nostra fede e scala della nostra salita a Dio. Infatti "nella Chiesa - dice - Dio pose apostoli, profeti e dottori" (1Cor 12,28) e tutta la rimanente operazione dello Spirito. Di lui non sono partecipi quelli che non corrono alla Chiesa, ma si privano della vita a causa delle loro false dottrine e azioni perverse. Perciò dove è la Chiesa, lì è anche lo Spirito di Dio; e dove è lo Spirito di Dio, lì è anche la Chiesa e ogni dono di grazia [Ireneo, Contro le eresie, III, 24, 1: Ireneo di Lione, Contro le eresie e gli altri scritti. Introduzione, traduzione, note e indici a cura di Enzo Bellini, Milano, Jaca Book, 1981, pp. 295-296].

 

 

2. Alcune coordinate storiche e geografiche

 

Per introdurci è utile chiarire un poco le coordinate storiche e geografiche. Quanto al periodo, cominciamo con scritti e autori del I secolo, quindi coevi alle Sacre Scritture o comunque di epoca apostolica e risaliremo sino alla metà del V secolo (lanciando però sguardi anche oltre). Quanto alla localizzazione ci muoviamo prevalentemente nel mondo greco-romano, quello che nei secoli indicati è ancora sotto la guida dell'Impero, tuttavia di un Impero che vede sorgere accanto a Roma la nuova capitale Costantinopoli, che verrà presto chiamata "seconda Roma". In questi secoli cominciano così a delinearsi due parti dell'Impero, con il confine fra occidente e oriente che passa lungo l'Illirico (la penisola balcanica): in occidente Roma vede emergere in concorrenza le sedi imperiali di Milano e di Treviri (e non ci si può trattenere dall'osservare che Ambrogio nasce a Treviri, vive la giovinezza a Roma, è governatore e vescovo nella vita matura a Milano); in oriente è invece Costantinopoli, fondata nel 330, che ben presto "sorpassa" in dignità le antiche città di Alessandria d'Egitto e di Antiochia di Siria. Tuttavia il cristianesimo non si lascia chiudere entro i confini imperiali, e dovremmo guardarci dal considerarlo un'espressione di soli latini e greci. Dobbiamo enumerare anche i siri, gli armeni e i copti (e con questi gli etiopi): sono comunità e Chiese ai confini dell'Impero o fuori dei confini che conservano la tradizione viva della fede secondo una specifica grazia dello Spirito.

 

 

3. Il cristianesimo siriano missionario fino in Cina

 

Nelle introduzioni è possibile esemplificare con informazioni marginali ma significative: prendo quella della diffusione missionaria del cristianesimo siro in Cina. Ci si colloca all'estremo oriente e in secoli anche successivi al IV. La lingua utilizzata è appunto quella sira, che deriva dal ceppo semitico ed è un dialetto della lingua aramaica parlata anche da Gesù. Parlando di siri bisogna tuttavia subito operare una distinzione fra due gruppi: "Vi sono anzitutto i siri-occidentali (o siro-ortodossi), che fanno capo ad Antiochia di Siria; il centro vitale è però nella regione alle sorgenti del Tigri e dell'Eufrate, nelle città di Edessa e di Nisibi o anche nella regione montuosa di Tur Abdin. L'altro gruppo è quello dei siri-orientali o assiri, in Persia, totalmente fuori dell'impero: loro sede principale è Seleucia Ctesifonte, ove risiedeva il catholikos. In situazione precaria da sempre sotto i sasanidi di Persia, l'arrivo dei musulmani li proiettò ancor più verso oriente, fino in Cina. L'ingresso della fede in Cina già ai tempi dei patriarchi Ahai (411-415) e Shila (505-520), è storicamente attestato, per l'anno 635, dalla famosa stele di Xi'an del 781. Scoperta fra il 1623 e il 1625 vicino a Xi'an (prov. Shaanxi), la stele attesta che nel 635 l'imperatore Taizong, ricevette il vescovo Alouben della Chiesa siro-orientale, fece tradurre le Scritture che il vescovo portava con sé, le esaminò e giunse alla convinzione della fondatezza della verità della dottrina che esse contenevano tanto da ordinarne la diffusione nei territori del suo Impero. Fu un periodo di confronto fra il cristianesimo e le altre espressioni religiose (buddiste...), con una profonda opera di inculturazione, che emerge in particolare dal testo della stele: uno sforzo di riformulazione del messaggio evangelico in un linguaggio accessibile a dei destinatari appartenenti a una cultura totalmente estranea a quella che era fiorita in Persia sotto l'influenza semitica e greco-latina. Ecco alcuni estratti dal lungo testo inciso sulla stele (in cinese e in siriaco)  [da La via della luce. Stele di Xí'an. Inno di lode e di invocazione alle tre Maestà della religione della Luce. Introduzione, traduzione dal cinese e note a cura di Matteo Nicolini-Zani, Monastero di Bose, Edizioni Qiqaion, 2001]:

 

Stele commemorativa della diffusione in Cina della religione della Luce giunta da Da Qin [l'Impero Romano]... Si dice che vi sia un Essere eterno nella sua verità e stabilità, senza origine e al di qua di ogni inizio; insondabile nella sua spiritualità e immutabilità, Essere trascendente al di là di ogni fine; il quale, disponendo del misterioso cardine del mondo, crea e trasforma ogni cosa; Supremo Venerabile, egli ispira ogni santità: ma questo non è forse proprio Dio [in cinese Alouhe, dal siriaco Alaha], Essere trascendente della nostra Triunità, vero Signore senza origine?...

 

Dopo il peccato, l'uomo non sa uscirne ed ecco l'incarnazione:

 

...Il suo tormento e la sua angoscia (di Adamo peccatore) divennero fuoco divorante; egli, sprofondato ancora di più nell'oscurità, smarrì definitivamente il cammino, e vagò a lungo incapace di ritrovare la via del ritorno. Allora la nostra Triunità divise [?] il suo Essere divino, e il Radioso Venerabile Messia [in cinese Mishihe, dal siriaco Meshiho], spogliando se stesso e celando la sua vera maestà, apparve come uomo (cfr. Fil 2,6-7). Un angelo portò la benedizione a una vergine, che diede alla luce il Santo presso Da Qin [Giudea]. Un astro luminoso annunciò il lieto evento, e dalla Persia, avendo scorto lo splendore della stella, vennero a rendergli omaggio con doni. Portando a compimento l'antica legge esposta dai ventiquattro santi [Antico Testamento], egli insegnò come governare di famiglia e nazione secondo il suo grande piano. Stabilì la nuova dottrina fondata sullo Spirito puro [Spirito Santo] della Triunità e perciò ineffabile: in questo modo egli formò (l'uomo) alla virtù attraverso la retta fede. Definendo la norma degli otto precetti [le beatitudini?], purificò l'uomo dalla corruzione e lo riportò alla sua vera condizione. Aprendo le porte delle tre virtù costanti [virtù teologali], dischiuse la vita e abolì la morte. Sospendendo nel cielo il sole luminoso [Cristo], distrusse la dimora delle tenebre. In questo modo tutti gli inganni del demonio furono definitivamente annientati. Postosi ai remi della Barca della misericordia, ascese al palazzo della luce, e condusse nella traversata verso la salvezza tutti gli esseri umani. Avendo così portato a termine la sua potente opera, nell'ora meridiana ascese infine alla Verità. Egli lasciò i ventisette libri della Scrittura [Nuovo Testamento], i quali espongono agli uomini la grande trasformazione da lui operata, abbattendo così i limiti dello spirito umano. La sua dottrina prevede l'immersione nell'acqua e nello Spirito (cfr. Gv 1,33; 3,5), grazie alla quale l'uomo viene mondato dalle vanità e purificato, ritrovando così la sua purezza e il suo candore.

 

Seguono alcune annotazioni sul comportamento dei cristiani (utilizzando per i monaci cristiani espressioni utilizzate per descrivere quelli buddisti):

 

"'Nelle loro cerimonie si volgono verso est, e avanzano rapidamente sulla via della vita e della gloria... Non tengono servi né serve presso di sé, e considerano sullo stesso piano gente altolocata e gente di umili origini. Non accumulano beni né ricchezze, offrendo loro stessi un esempio di assoluta rinuncia. Completano i loro digiuni con l'isolamento e la meditazione; rendono salda la loro disciplina attraverso la quiete e la vigilanza. Sette volte al giorno si ritrovano per la preghiera e la lode, invocando la divina protezione sui vivi e sui morti. Una volta ogni sette giorni celebrano il culto, purificando così il loro cuore e ritornando alla loro originaria purezza.

 

Infine si cerca di dare una definizione del cristianesimo:

 

Questa Via vera e immutabile è trascendente e difficile da definire con un nome: tuttavia la sua efficace azione si manifesta in modo così luminoso che, sforzandoci di descriverla, la chiameremo con il nome di religione della Luce.

 

Il richiamo alla luce è fondamentale nel buddismo. Ma l'utilizzo dei termine, pure specificamente cristiano (la stella, Cristo luce del mondo...), permette di continuare nella scia delle definizioni: porta luminosa è l'assemblea cristiana, moltitudine luminosa è la Chiesa cristiana, dottrina luminosa è l'insegnamento cristiano, uomo luminoso è il fedele cristiano, brezza luminosa è la diffusione del Cristianesimo...

 

 

4. Il cristianesimo a Milano

 

Un'altra digressione introduttiva riguarda Milano, con identica domanda: come e quando giunse il Cristianesimo? A Milano il Cristianesimo giunse attorno all'anno 200: cioè nel periodo di tolleranza religiosa sotto Commodo e i Severi che in qualche modo anticipa la svolta costantiniana, e a seguito della evoluzione sociale e politica della città grazie alla quale Milano è colonia imperiale da alcuni decenni (ca. 160) e risente di una forte immigrazione dalle province anche più lontane. L'anno segnalato (ca. 200) nasce da una dedizione a partire dalle liste episcopali milanesi. Questi elenchi contenevano, per sé, i soli nomi dei vescovi, ma potevano essere arricchiti con l'indicazione del periodo di episcopato esercitato da ciascun vescovo. Nelle liste milanesi, mentre i nomi sono storicamente sicuri, l'aggiunta degli anni di episcopato è successiva (VIII o IX secolo) e fu compiuta allo scopo di far risalire la Chiesa di Milano all'epoca apostolica.

 

- Anatalo tenne la sede (episcopale) per 13 anni, morì il 24 settembre.

- Gaio tenne la sede episcopale per 22 anni, morì il 26 settembre, fu sepolto ai Concilia Sanctorum.

- Castriziano tenne la sede episcopale per 41, anni, morì il 1° dicembre, fu sepolto a San Giovanni in Conca.

- Calimero tenne la sede episcopale per 53 anni, morì il 31 luglio.

- Mona tenne la sede episcopale per 59 anni, morì il 25 marzo, fu sepolto a San Vitale.

- Mirocle tenne la sede episcopale per 22 anni, morì il 30 novembre, fu sepolto a San Vittore.

- Materno tenne la sede episcopale per 12 anni, morì il 18 luglio, fu sepolto a San Nabore.

- Protaso tenne la sede episcopale per 25 anni, morì il 24 novembre, fu sepolto a San Vittore.

- Eustorgio tenne la sede episcopale per 17 anni, morì il 18 settembre.

- Dionigi tenne la sede episcopale per 14 anni, morì il 25 maggio [cod. Bamberg, Staatsbibliothek, P.I.8, inizio dell'XI secolo: E. L. Dummler, Gesta Berengarii imperatoris, Halle, Verlag der Buchhandlung des Weisenhauses, 1871, pp. 161-165; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia (La Lombardia), I, Firenze, Libreria Editrice Internazionale, 1913, pp. 28-47].

 

Con un conto a ritroso dall'anno di esilio di Dionigi (355), sottraendo i 278 anni dei dieci episcopati, si ottiene l'anno 77: Milano diventava così sede di epoca apostolica...! Lasciando da parte questi numeri volutamente gonfiati, discendendo a ritroso da Mirocle, che partecipò ai sinodi del 313 e del 314, e dando una media di venti anni ai cinque vescovi precedenti, con il primo vescovo, Anatalo, raggiungiamo appunto l'anno 200. E la tradizione di Barnaba? La notizia leggendaria veniva dai "cataloghi" bizantini dei discepoli di Cristo. Nella recensione più antica di questi cataloghi (fine VII /inizio IX secolo), di Barnaba quarto nell'elenco, si afferma che

 

...fu ministro della parola insieme a Paolo e per primo annunciò il Cristo a Roma, mentre dopo fu vescovo di Milano [Prophetarum vitae fabulosae, Leipzig, Teubner, 1907, p.118].

 

Per sé Barnaba era legato a Cipro, di dove era nativo (Atti 4,36) e dove compì la sua ultima missione a noi nota (Atti 15,39): coerentemente la tradizione lo riteneva seppellito in questa isola. Tuttavia poiché poco prima della metà del VII secolo Cipro aveva subito l'invasione islamica e la popolazione era migrata via,  in ambito bizantino poté più facilmente prevalere un'altra tradizione secondaria, che fissava il soggiorno di Barnaba a Roma e genericamente in Italia.  A questo punto tuttavia, non potendosi immaginare Barnaba a capo della sede romana, dovette risultare relativamente facile fissare la sede di Barnaba a Milano. Così Barnaba, nei cataloghi greci dei discepoli di Cristo, divenne primo vescovo di Milano... Poi i cataloghi, tradotti in latino, furono diffusi in ambito occidentale.  Infine nel Libellus de situ civitatis Mediolani (Opuscolo sulla posizione della città di Milano), un incompiuto libro pontificale della Chiesa milanese (redatto ca. l'anno 1000), nella sezione De adventu Barnabae apostoli (La venuta dell'apostolo Barnaba) fu scritto:

 

Dopo la città di Roma, era ritenuta famosissima già da allora la (...) città di Milano: questa infatti, sublime per uguale autorità, seconda solo a quella deteneva le insegne imperiali dell'impero d'occidente. Per questo motivo Barnaba, presi con sé alcuni compagni per compiere il ministero della predicazione - e fra essi soprattutto Anatalo che era di stirpe greca ma di retti costumi e di singolare vigore nella fede -, diresse il suo cammino verso Milano [Libellus de situ civitatis Mediolani, caput I De adventu Barnabae apostoli: Edizione a cura di A. e G. Colombo: RIS, I, 2, p. 18].

 

 

5. Bibliografia suggerita

 

- Jacques Liébaert - Michel Spanneut - Antonio Zani, Introduzione generale allo studio dei Padri detta Chiesa, Brescia, Queriniana 1998, pp.551, € 41,32.

 

- Adalbert Hammary, Per leggere i Padri della Chiesa, Roma, Borla, 1992, pp.126, € 10,33.

 

- Adalbert Hamman, Breve dizionario dei Padri della chiesa. Per leggere i Padri della Chiesa. Appendice bibliografica all'edizione italiana di Antonio Zani, Brescia, Queriniana, 1983, pp. 286, € 15,50.

 

- Pier Francesco Beatrice, (Introduzione a) I Padri della Chiesa. Sussidio didattico a colori, Vicenza, Edizioni Istituto S.Gaetano, 1983, pp. 350, € 8,50.

 

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