XI  STAZIONE

 

GESU'  E'  INCHIODATO  SULLA  CROCE

 

 

 

Pres:  Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo.
Tutti:  Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.
 

 

LETTURA  BIBLICA

 

Dal Vangelo secondo Matteo.

(27, 37-42)

Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: "Questi è Gesù, il re dei Giudei". Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra. E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: "Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!". Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: "Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo".

 

Dal Vangelo secondo Luca.

(23, 39-43)

Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: "Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e anche noi!". Ma l'altro lo rimproverava: "Neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male". E aggiunse: "Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno". Gli rispose: "In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso".
 

Dal Vangelo secondo Marco.

(15, 25-27)
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: "Il re dei Giudei". Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.

 

Dal Vangelo secondo Giovanni.

(19, 17-20)

Essi allora presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo del Cranio, detto in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero e con lui altri due, uno da una parte e uno dall'altra, e Gesù nel mezzo. Pilato compose anche l'iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: "Gesù il Nazareno, il re dei Giudei". Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove fu crocifisso Gesù era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco.

 

 

MEDITAZIONE
Come il Padre ha disposto Gesù per un regno, così il Figlio lo dispone per i suoi e, tra questi suoi, il primo è un malfattore. Gesù lo riconcilia con il Padre non con un perdono facile, non chiudendo gli occhi sulle sue trasgressioni bensì immergendolo nella potenza del suo amore salvifico e misericordioso. La lettura e la contemplazione del Crocifisso ci rivelano quindi la fiducia filiale, la speranza e la misericordia di Gesù: tutti gli atteggiamenti in cui egli coinvolge gli uomini, a cominciare da coloro che gli sono vicini, esprimendo la forza della riconciliazione nella attuazione immediata di ciò che la sua morte di croce comporta, e non soltanto nel simbolo e nella promessa generica.

(Card. Carlo Maria Martini)

 

Gesù è inchiodato sulla croce. La sindone di Torino ci permette di avere un'idea dell'incredibile crudeltà di questa procedura. Gesù non beve la bevanda anestetizzante offertagli: coscientemente prende su di sé tutto il dolore della crocifissione. Tutto il suo corpo è martoriato; le parole del Salmo si sono avverate: "Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo" (Sal 22, 7). "Come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato… Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori" (Is 53, 3s). Fermiamoci davanti a questa immagine di dolore, davanti al Figlio di Dio sofferente. Guardiamo a lui nei momenti della presunzione e del godimento, in modo da imparare a rispettare i limiti e a vedere la superficialità di tutti i beni puramente materiali. Guardiamo a lui nei momenti di calamità ed angustia, per riconoscere che proprio così siamo vicini a Dio. Cerchiamo di riconoscere il suo volto in coloro che tenderemmo a disprezzare. Dinanzi al Signore condannato, che non volle usare il suo potere per scendere dalla croce, ma piuttosto sopportò la sofferenza della croce fino alla fine, può affiorare un altro pensiero ancora. Ignazio di Antiochia, incatenato egli stesso per la sua fede nel Signore, elogiò i cristiani di Smirne per la loro fede incrollabile: dice che erano, per così dire, inchiodati con la carne e il sangue alla croce del Signore Gesù Cristo (1, 1). Lasciamoci inchiodare a lui, non cedendo a nessuna tentazione di staccarci e di cedere alle beffe che vorrebbero indurci a farlo.

(Card. Joseph Ratzinger)

 

 

INVOCAZIONI

Al Figlio di Dio, che è stato consegnato alla morte per i nostri peccati salga la nostra supplica, Kyrie eleison.

Kyrie eleison.

 

Signore Gesù, che hai il potere di perdonare i peccati, Kyrie eleison.

Kyrie eleison.

 

Signore Gesù, che chiami tutti al pentimento, Kyrie eleison.

Kyrie eleison.

 

Signore Gesù, che al ladro pentito hai pentito hai aperto il paradiso, Kyrie eleison.

Kyrie eleison.

 

 

PREGHIAMO

Ci sostenga sempre, o Padre, la forza e la pazienza del tuo amore; fruttifichi in noi la tua parola, seme e lievito della Chiesa, perché si ravvivi la speranza di vedere crescere l'umanità nuova, che il Signore al suo ritorno farà splendere come il sole nel tuo regno. Per Cristo nostro Signore.

 


Sol:

Le ferite che il peccato

sul tuo corpo ha provocato,

siano impresse, o Madre, in me.

Tutti:

Santa Madre, deh, voi fate,

che le piaghe del Signore

siano impresse nel mio cuore.