GLI  ALBERI

 

  

 

 

L'ACACIA (mimosa nilotica) è un arbusto spinoso, con infiorescenze. Questo albero dà il vero succo d’acacia, la gomma arabica. Sembra che l’acacia sia stata utilizzata per le sue qualità: è notoriamente imputrescibile.

Nella Bibbia la si trova:

 

- nell’Arca dell’Alleanza, realizzata in legno di acacia rivestito d’oro:

"Quindi Bezaleel fece l’arca in legno di acacia: aveva due cubiti e mezzo di lunghezza… Fece stanghe in legno di acacia e le rivestì d’oro" (Es. 37,1.4);

 

- nella tavola delle offerte, ugualmente costruita con legno di acacia:

"Fece le stanghe in legno di acacia e le rivestì d’oro" (Es. 37,15);

 

- nell’altere dei profumi:

"Fece l’altare per bruciare l’incenso, in legno di acacia; aveva un cubito di lunghezza e un cubito di larghezza; … aveva due cubiti di altezza…" (Es. 37,25);

 

- nell’altare dei sacrifici:

"Fece l’altare in legno di acacia: aveva cinque cubiti di larghezza, … e aveva l’altezza di tre cubiti" (Es. 38,1).

 

La corona di spine di Cristo sarà stata intrecciata, come certa letteratura ha affermato, con rami di acacia?

 

 

 

Il CEDRO DEL LIBANO (Cedrus Libani) per le sue notevoli dimensioni, è stato fatto l’emblema della grandezza, della nobiltà, della forza e dell’immortalità.

 

E’ quanto afferma Origene, il teologo e filosofo del II secolo, commentando il Cantico dei cantici:

"Il cedro non marcisce; fare in cedro le travi delle nostre case è preservare l’anima dalla corruzione".

 

Essendo simbolo d’incorruttibilità, gli Ebrei, al tempo di Salomone, lo utilizzarono per costruire la struttura del Tempio di Gerusalemme:

"Il cedro all’interno del Tempio era scolpito a rosoni e a boccioli di fiori; tutto era in cedro e non si vedeva una pietra" (1Re 6,18).

 

I riferimenti nella Bibbia sono molti: Isaia 2,13; Amos 2,9; Ezechiele 31,3; Salmi 28,5; 91,13; 103,16.

 

Il cedro è anche simbolo di bellezza. Ezechiele utilizza il cedro come simbolo del Messia e del suo Regno:

Dice il Signore Dio:

"Io prenderò dalla cima del cedro,

dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello

dalle punte dei suoi rami coglierò un ramoscello

e lo pianterò sopra un monte alto, massiccio;

lo pianterò sul monte alto d’Israele.

Metterà rami e farà frutti

E diventerà un cedro magnifico.

Sotto di lui tutti gli uccelli dimoreranno,

ogni volatile all’ombra dei suoi rami riposerà.

Sapranno tutti gli alberi della foresta

Che io sono il Signore,

Che umilio l’albero alto

faccio segare l’albero secco.

Io il Signore, ho parlato e lo farò"

(Ez. 17,22-24).

 

 

 

Il CIPRESSO  (Cupressus sempervirens) è un albero slanciato:

"Invece di spine cresceranno cipressi, invece di ortiche cresceranno mirti; ciò sarà a gloria del Signore, un segno eterno che non comparirà" (Is. 55,13).

 

Anche il legno di cipresso, come quello di cedro, servì a rivestire il Tempio di Gerusalemme: Chiram mandò a dire a Salomone:

"Ho ascoltato il tuo messaggio; farò quanto desideri riguardo al legname di cedro e di cipresso" (1Re 5,22).

 

Gesù realizzò nella propria persona la parola che Osea mette sulla bocca del Signore:

"Io sono come un cipresso sempre verde, grazie a me tu porti frutto" (Os. 14,9).

 

 

 

Il FICO  (Ficus carica) è un albero dal succo lattiginoso, ha larghe foglie provviste di picciolo. Il suo frutto secco è circondato dalla polpa del ricettacolo. E’ questo ricettacolo che viene chiamato fico.

 

Essere seduto sotto la propria vite e sotto il proprio fico significa condurre una vita tranquilla e felice:

"In quel giorno – oracolo del Signore degli eserciti – ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico" (Zc. 3,10);

"Sederanno ognuno tranquillo sotto la vite / e sotto il fico / e più nessuno li spaventerà…" (Mic. 4,4).

 

Molte citazioni riguardanti questo albero rivelano la sua importanza per il popolo ebraico ed evocano il suo influsso benefico:

Isaia disse: "Prendete un impiastro di fichi". Lo presero e lo posero sull’ulcera e il re guarì" (2Re 20,7).

 

La parabola del fico sterile (cfr. Mt 13,6-9) illustra la lettera di Pietro che invita alla costanza nello sforzo (cfr. 2Pt. 2,9) e sostiene la speranza:

"La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza" (2Pt. 3,15).

 

Con l’olivo e la vite, il fico è segno di abbondanza e di serenità. E con l’olivo e la vite, il fico è anche simbolo d’Israele.

 

 

 

La GINESTRA (Spartium junceum), questo arbusto, alto tra i due metri e mezzo e i tre, diritto, dai giovani rami giunchiformi flessibili, ha fiori odorosi di un bel giallo oro, che si aprono in grappoli terminali.

 

E’ possibile che per gli antichi Ebrei la parola "GINESTRA" designasse il ginepro e forse, in modo particolare, lo Juniperus oxycedrus, della famiglia delle conifere. I poveri ne mangiavano le radici amare:

"Raccolgono l’erba salsa accanto ai cespugli e radici di ginestra per loro cibo" (Gb. 30,4).

 

La ginestra è citata come luogo di riposo; seguiamo Elia sfinito nel deserto:

"Egli si inoltrò nel deserto una giornata di cammino e andò a sedersi sotto una ginestra" (1Re 19,4).

 

 

 

Il LINO  (Linum usitatissimum), questa pianta erbacea, dai bei fiori blu, è coltivata per i suoi semi e le sue fibre, utilizzate per la fabbricazione di tele.

 

Mosè comunica alla comunità gli ordini del Signore per quando riguarda le vesti:

"Fecero le tuniche di bisso, lavoro di tessitore, per Aronne e per i suoi figli; il turbante di bisso, gli ornamenti dei berretti di bisso e i calzoni di lino di bisso ritorto; la cintura di bisso ritorto… come il Signore aveva ordinato…" (Es. 39,27-29).

 

Ezechiele riprende questa prescrizione per i sacerdoti:

"Quando entreranno dalle porte dell’atrio interno, indosseranno vesti di lino; non porteranno alcun indumento di lana… Porteranno in capo turbanti di lino e avranno mutande ai fianchi" (Ez. 44,17-18).

 

Il libro di Ester ci ricorda che il palazzo del re Assuero era decorato di questo tessuto nobile:

"Vi erano cortine di lino fine e di porpora viola, sospese con cordoni di bisso e di porpora rossa…" (Est. 1,6).

 

L’evangelista Giovanni mette in evidenza il lino per festeggiare le nozze dell’Agnello, che sono simbolo del Regno celeste:

"La sua sposa è pronta,

le hanno dato una veste

di lino puro splendente.

La veste di lino sono le opere dei santi"

(Ap. 19,7-8)

               

 

 

Il MANDORLO  (Amygdalus communis), in ebraico "shaked". La radice della parola significa "vegliare". I suoi fiori, dai petali bianchi o rosei, compaiono prima delle foglie e sembrano uscire dal sonno dell’inverno. La loro comparsa nel mese di febbraio annuncia la rinascita della natura.

 

Il Signore stesso vi allude nel passo seguente:

"Che cosa vedi, Geremia?". Risposi: "Vedo un ramo di mandorlo". Il Signore soggiunse: "Hai visto bene, poiché io vigilo sulla mia parola per realizzarla" (Ger. 1,11).

 

Il mandorlo accompagna l’uomo nel suo cammino verso l’eternità:

"Quando si avrà paura delle alture

e degli spauracchi della strada;

quando fiorirà il mandorlo

e la locusta si trascinerà a stento

e il cappero non avrà più effetto,

poiché l’uomo sene va nella dimora eterna"

(Qo. 12,5).

 

Il mandorlo è citato nel Genesi come uno dei migliori prodotti del paese:

Israele loro padre disse: "Se è così, fate pure: mettete nei vostri bagagli i prodotti più scelti del paese e portateli in dono a quell’uomo: un po’ di balsamo, un po’ di miele, resina e laudano, pistacchi e mandorle" (Gn. 43,11).

 

A Luz, che in ebraico significa "mandorla", Giacobbe vide in sogno il Signore a questo luogo gli parve sacro e ad esso egli diede il nome di Betel o Casa di Dio (Gn. 28,17-19).

Nella tradizione, il mandorlo e la mandorla sono stati messi in relazione con Maria. Nell’iconografia tradizionale, l’immagine del Cristo, della Vergine e a volte dei santi in gloria eterna si iscrive in una figura geometrica a forma di mandorla.

 

 

 

Il MELOGRANO (Punica granatum), questo albero si orna di fiori raggruppati in piccolo numero verso l’estremità dei rami. Era utilizzato per le sue proprietà terapeutiche. Il suo frutto, una grossa bacca sferica chiamata melagrana, racchiude un gran numero di grani che riempiono completamente l’interno.

 

Nella Bibbia le melagrane ornavano gli enormi capitelli di bronzo che sormontavano le colonne all’entrata del Tempio di Salomone:

"Chiram… terminò tutte le commissioni del re Salomone per il Tempio del Signore,… i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne, le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato…" (1Re 7,40-42).

 

In rapimento poetico, lo sposo canta le bellezze dell’amata:

"Come un nastro di porpora le tue labbra e la tua bocca è soffusa di grazia; come spicchio di melagrana la tua gota attraverso il tuo velo" (Ct. 4,3).

 

Per il gran numero dei suoi chicchi, i Padri della Chiesa hanno fatto della melagrana un simbolo di fecondità.

 

 

 

L’OLIVO  (Olea europaea). L’olivo è un albero che può raggiungere i sedici metri di altezza e vivere cinque o sei secoli e anche più. Il suo legno giallognolo è molto duro. Dalle sue foglie medicamentose è stato ricavato un estratto efficace contro la febbre, l’ipertensione e il diabete. Il suo frutto, l’oliva, contiene olio, il solo che venga impiegato nel culto.

 

"Olivo verde, maestoso, era il nome che il Signore ti aveva imposto" (Gr. 11,16).

 

La presenza dell’olivo è ritenuta segno di benedizione:

"… Il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile,… paese di frumento , di orzo, di olio e di miele… Mangerai dunque a sazietà e benedirai il Signore Dio tuo a causa dal paese fertile che ti avrà dato" (Dt. 8.7-8.10).

 

"La tua sposa come vite feconda

nell’intimità della tua casa;

i tuoi figli come virgulti d’ulivo

intorno alla tua mensa.

Così sarà benedetto l’uomo

Che teme il Signore" (Ps. 127.3-4).

 

L’olio d’oliva è sorgente di luce:

"Tu ordinerai agli israeliti che ti procurino olio puro di olive schiacciate per il candelabro, per tener sempre accesa una lampada. Nella Testimonianza, Aronne e i suoi figli la prepareranno, perché dalla sera alla mattina essa sia davanti al Signore" (Es. 27,20-21).

 

E’ l’olio santo:

"Procurati balsami pregiati… e olio di oliva. Ne farai l’olio per l’unzione sacra, un unguento composto secondo l’arte delle profumerie: sarà l’olio per l’unzione sacra. Con esso ungerai la tenda del convegno, l’Arca della Testimonianza, la tavola e tutti i suoi accessori, l’altare del profumo, l’altare degli olocausti e tutti i suoi accessori, la conca e il suo piedistallo" (Es. 30,22.25-28).

 

Le tradizioni giudaica e cristiana fanno dell’olivo un simbolo di pace: alla fine del diluvio, la colomba porta a Noè proprio un ramo di olivo.

 

 

 

La PALMA (Phoenix dactylifera), la Giudea è celebre per le sue palme.

 

Nel Cantico dei cantici (7,7-8) la palma è presentata come un albero di smagliante bellezza:

"Quanto sei bella e quanto sei graziosa/ … La tua statura rassomiglia a una palma".

 

La valle di Gerico, la terra promessa a Mosè, è così chiamata per la grande quantità di palme che vi crescevano:

"Il Signore mi mostrò tutto il paese…, il distretto della valle di Gerico, città delle palme… Il Signore gli disse: "Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe…" (Dt. 34,1.3-4).

 

Quando Salomone fece erigere il Tempio, ornò i muri e le porte con palme:

"Ricoprì le pareti del Tempio con sculture e incisioni di cherubini, di palme e di boccioli di fiori, all’interno e all’esterno" (1Re 6,29).

 

Per la festa delle Capanne è prescritto di fornirsi di rami di palme per far festa al Signore:

"Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma…" (Lv. 23,40).

 

Con rami di palme gli Ebrei acclamarono Gesù quando egli entrò in Gerusalemme:

"Presero rami di palme e uscirono incontro a lui acclamando: "Osanna!/ Benedetto colui che viene nel nome del Signore…" (Gv. 12,13).

 

Giovanni nell’Apocalisse, ci fa conoscere l’acclamazione trionfale di una folla innumerevole:

"Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani" (Ap. 7,9).

 

La palma, il ramo, la fronda verde sono universalmente considerati simboli di vittoria, di rigenerazione.

Gli Ebrei, alò tempo di Gesù, proclamarono la sua regalità acclamandolo con rami di palma. La domenica delle Palme noi celebriamo questo avvenimento con l’olivo benedetto. L’olivo è molto abbondante da noi, resta sempre verde e sostituisce le palme.

 

 

 

Il PIOPPO  (Populus alba) è un albero dalla corteccia argentata; i suoi rami più giovani sono bianchi.

 

La Bibbia vi allude presentando Giacobbe avveduto nella gestione dei suoi beni:

"Giacobbe pascolava l’altro bestiame di Labano. Giacobbe prese freschi rami di pioppo, di mandorlo e di platano, ne intagliò la corteccia a strisce bianche, mettendo a nudo il bianco dei rami… Egli si arricchì oltre misura e possedette greggi in grande quantità…" (Gn. 30,36-37.43).

 

Dopo la propria conversione, Israele ricevette la benedizione del Signore:

"Io sarò come rugiada per Israele;

esso fiorirà come un giglio,

metterà radici come un pioppo,

si spanderanno i suoi germogli…" (Os. 14,6-7).

 

 

 

La QUERCIA  (Quercus) appartiene esclusivamente alle zone temperate; se ne classificano circa ottanta specie.

 

Sia a Sichem sia a Ebron, Abramo ricevette le rivelazioni del Signore vicino alle querce:

"Abram attraversò il paese fino alla località di Sichem, presso la Quercia di More. Nel paese si trovavano allora i cananei. Il Signore apparve ad Abram e gli disse: "Alla Tua discendenza io darò questo paese" (Gn. 12,6);

"Il Signore apparve ad Abramo alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all’ingresso della tenda nell’ora più calda del giorno" (Gn. 18,1).

 

Nella sacra Scrittura le Querce di More sono nominate anche come segno di benedizione:

"Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso, tu porrai la benedizione sul monte Garizim e la maledizione sul monte Ebal. Questi monti si trovano oltre il Giordano, dietro la vie verso occidente, nel paese dei cananei che abitano l’Araba di fronte a Galgala presso la Querce di More. Voi infatti state per passare il giordano per prendere in possesso il paese che il Signore vostro Dio vi dà" Dt. 11,29-31).

 

 

 

Il SALICE  (Salix) si presenta in numerose e diverse specie di alberi e arbusti. In occasione della festa delle Capanne, il Signore si rivolge a Mosè:

"Il primo giorno prenderete frutti degli alberi migliori: rami di palma, rami con diverse foglie e salici di torrente e gioirete davanti al Signore vostro Dio per sette giorni" (Lv. 23,40).

 

Il salice è segno di benedizione:

"Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza,

la mia benedizione sui tuoi posteri;

cresceranno come erba in mezzo all’acqua,

come salici lungo acque correnti" (Is. 44,3-4).

 

 

 

Il SICOMORO (Sycomorus); un tempo, in Egitto, questo albero molto alto era coltivato per il suo legno e i suoi frutti. Si credeva che, fra tutti, fosse il più difficilmente sradicabile. I suoi frutti servivano soprattutto per l’alimentazione del bestiame.

Il legno di sicomoro è tenero ma resistente, adatto a farne statue e mobili. Gli egiziani se ne servivano per i sarcofagi delle mummie.

 

In Israele quest’albero cresceva soltanto nella pianura della Sefela e nella depressione del Giordano:

"Salomone fece sì che in Gerusalemme l’argento abbondasse come le pietre e rese il legname di cedro tanto comune quanto i sicomori che crescono nella Sefela" (1Re 10.27).

 

Un sicomoro era l’albero sul quale salì Zaccheo per dominare la folla e vedere Gesù (Lc. 19,2-4).

 

 

 

La VITE  (Vitis vinifera); questa pianta, originaria dell’Asia, della famiglia delle ampelidacee, è coltivata fin dalla preistoria. Nella Bibbia è ricordata più di duecento volte.

 

La vite era una benedizione della terra promessa:

"… Il Signore tuo Dio sta per farti entrare in un paese fertile: paese di torrenti, di fonti; … paese di frumento, di orzo, di viti, di fichi e di melograni; paese di olivi, di olio e di miele" (Dt. 8.7-8).

 

Nel Siracide la vite è presentata come l’immagine della sapienza:

"io come una vite ho prodotto germogli graziosi / e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza" (Sir. 24,17).

 

La vite è anche immagine della sposa feconda del giusto:

"La tua sposa come vite feconda / nell’intimità della tua casa; / i tuoi figli come virgulti d’ulivo / intorno alla tua mensa" (Ps. 127,3).

 

Gesù, sulle orme dei profeti dell’Antico Testamento, ha voluto riprendere questa immagine viva e gioiosa per spiegarci la realtà dell’alleanza di Dio con il suo popolo. Realtà meravigliosa come ceppo di vite carico di grappoli:

"io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui fa molto frutto…" (Gv. 15,5).

 

La vite è il simbolo d’Israele che Erode il Grande aveva fatto incidere in oro sul frontone del Tempio.

 

 

  

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